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Nato nel 1913, e morto nel 1994, Bruno Storti è stato segretario generale della Cisl dal 1958 al 1976, quando si dimise per assumere la presidenza del Cnel che ricoprì fino al 1989. Numerosi gli incarichi internazionali, tra cui quello di presidente della Cisl internazionale (Icftu) e della Confederazione europea dei sindacati (Ces). Leader di indiscusse qualità, Storti fu tenace assertore dell'identità della Cisl e della sua autonomia dal potere industriale, politico, governativo. Visse da protagonista l'intensa stagione che portò all'affermazione del ruolo contrattuale del sindacato, al Patto federativo di Cgil, Cisl, Uil (1972) e ai suoi incompiuti sviluppi. Il libro vuole essere il ritratto a più mani, privato e pubblico, di un padre e di un uomo amato e contrastato per le sue idee e la sua personalità. Una sorta di biografia corale, che si avvale dei ricordi e delle testimonianze di altri segretari generali della Cisl (Camiti, Marini, D'Antoni, Pezzotta, Bonanni), di dirigenti e studiosi che con lui ebbero rapporti diretti (Borgomeo, Morese, Manghi, Saba). È anche un invito a guardare con più attenzione al passato del movimento sindacale, a misurarsi con la sua storia, superando vuoti di memoria e carenze di analisi che nuocciono soprattutto alle giovani generazioni.